La chiesa di San Bachisio e tutta la zona circostante si diceva fosse abitata da anime di donne che si impadronivano delle anime dei passanti che si avvicinavano alle mura della chiesa a mezzogiorno e a mezzanotte, gli orari in cui queste si svegliavano.
Tali donne streghe si chiamavano Sinigogas e la tradizione le dipinge come donne esagitate dal seno prosperoso, che si gettavano alle spalle quando affrontavano qualcuno.
Nel 1611 i frati cappuccini che abitavano il convento adiacente la chiesa di San Francesco furono protagonisti di scontri con gli abitanti di Bolotana, probabilmente a causa dell’aumento di alcune tasse volute dalla nobiltà locale a favore del convento o per una bonifica fatta dai frati stessi che deviando un corso d’acqua lasciava i bolotanesi senza risorse idriche.
La leggenda narra che i frati furono cacciati ma prima di andarsene pronunciarono questa frase: “Benes che intrene assai ma non ti consoler mai” che tradotto dal sardo significa “Che arrivino tante ricchezze, ma che nessuna ti appaghi”.
Gli abitanti di Bolotana cercarono quindi di convincere i frati a rientrare nel convento, ma questo era ormai semidisrutto. I frati lasciarono quindi definitivamente Bolotana nel 1867, ma la frase che avevano pronunciato contro Bolotana restò nella memoria di tutti.
Se dal centro storico di Bolotana ci si incammina verso le vie più periferiche, è probabile che a un certo punto ci si imbatta in croci in ferro prive di iscrizioni.
Si tratta di manufatti che un tempo indicavano i confini del paese in base ai punti cardinali e che esistono ancora oggi che i confini sono cambiati.
La più conosciuta è Sa rughe ‘e Pattada, situata sulla cima di una collina da dove si gode di una vista panoramica sul paese, le montagne circostanti e i vicini centri di Silanus e Ottana.
Nelle notti estive i ragazzi si dilettavano ad urlare i nomi delle coppie di fidanzati appena nate o di coppie inventate al momento, inserendoli in una filastrocca in sardo che rappresenta il dialogo fra due persone.
Le voci riecheggiavano in tutto il paese e la gente che prendeva il fresco seduta per strada ascoltava compiaciuta…
In agro di Bolotana si trova un angolo di Inghilterra vittoriana.
Villa Piercy, elegante magione ottocentesca in stile liberty, fu fatta costruire dall’ingegnere Benjamin Piercy venuto in Sardegna per realizzare la rete ferroviaria isolana.
Intorno alla casa si trova una tenuta di diversi ettari dove sono impiantate numerose varietà di piante, alcune uniche in Europa. Al suo interno si trovava il Borgo di Badde Salighes che rappresentava un’azienda agricola all’avanguardia.
I settori trainanti dell’economia locale sono la pastorizia e l’agricoltura, attività che da sempre caratterizzano la realtà del territorio.
Molto importante è la produzione dell’olio e di varietà tradizionali di pane e dolciumi esclusivamente di Bolotana.
Negli ultimi anni si sta sviluppando il turismo e, sebbene Bolotana non abbia flussi di massa, il numero di turisti è in costante ascesa.
La tessitura fa parte della tradizione di Bolotana da secoli e tutt’oggi è uno dei settori più caratterizzanti l’artigianalità locale.
Bolotana è conosciuta per la tessitura: mediante l’utilizzo di telai tradizionali si realizzano tappeti caratterizzati da motivi geometrici e colori che rendono ogni lavoro unico.
Belli, colorati e resistenti nel tempo, questi tappeti sono rinomati a livello nazionale.
Ma come vengono prodotti?
Per farli si usa ancora il telaio orizzontale, probabilmente il modello più antico visto che esisteva già nell’antico Egitto.
Il cotone, filato e ritorto, viene lavorato in modo da ottenere raffinati motivi geometrici.
Per un paese a forte tradizione rurale, la transumanza era una pratica ben conosciuta.
In sostanza si tratta della migrazione dei pastori e delle greggi dalle zone montagnose alle pianure e viceversa.
Questo serviva a garantire un buon nutrimento agli animali durante tutto l’anno. Il percorso avveniva attraverso i caratteristici sentieri denominati tratturi.
A questa pratica sono legate tanti racconti, aneddoti e poesie popolari.
Le colline intorno a Bolotana sono ricche di oliveti.
L’olio è infatti uno dei prodotti principali della zona e le aziende agricole locali ottengono spesso premi e riconoscimenti in tutta la nazione.
Oggi si usano i frantoi a due fasi e non più quelli in pietra, tuttavia la passione è rimasta la stessa di secoli fa. Tra gli oliveti, i muretti a secco sono un elemento architettonico molto comune. La loro origine risale addirittura al tempo della Carta de Logu promulgata da Eleonora d’Arborea e servivano per liberare il terreno dalle pietre e contemporaneamente rassodare il terreno nei pressi di alberi e confini.
Come dice il nome stesso, le pietre dei muretti sono tenute insieme senza leganti e vengono lavorate a mano. Un lavoro nobile, svolto con competenza dagli artigiani di Bolotana e tramandato di generazione in generazione.
Comune di Bolotana
Piazza del Popolo, 2 – 08011 Bolotana NU
Tel +39 0785 450200
E-mail: info@bolotanaturismo360.it
P.IVA 00052840915
Privacy Policy e Cookies Policy